Devo ammettere di essere abbastanza ignorante in materia di questo autore, mi è capitato di ascoltare questa canzone e devo ammettere che mi è piaciuta subito, mi piace come riesce ad evocare le immagini, mi piace la disillusione delle sue parole..mi piace pure quella "evve moscia". Buon ascolto :)
E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent' anni portati così,
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si sente la voglia di vivere
che scoppia un giorno e non spieghi il perchè:
un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.
Giorni lunghi fra ieri e domani, giorni strani,
giorni a chiedersi tutto cos' era, vedersi ogni sera;
ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera là, a passo di danza, a salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.
Poi giù al bar dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino,
religione del tirare tardi e aspettare mattino;
e una notte lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella,
la città addormentata non era mai stata così tanto bella.
Era facile vivere allora ogni ora,
chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci,
e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell' epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava d' avere trovato la chiave segreta del mondo.
Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare d' avere un domani e stare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un' emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.
Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.
"The triangle tingles and the trumpet plays slow"...
Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d' estate
con qualcosa di fragile come le storie passate:
forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo, perchè
ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me...
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domenica 29 marzo 2009
4 commenti:
C'è un sentimento in particolare che questa canzone ti provoca? un ricordo? hai una interpretazione particolare? sarò più che felice se vorrai condividerla con me e i lettori di questo blog :)
Se hai dei suggerimenti per favore usa la sezione apposita: Suggeriscimi una canzone così riesco a tenerne traccia :)
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Guccini non è tra i miei ascolti abituali, questa ad esempio non la conoscevo. Struggente, non c'è che dire, ma niente in confronto a "Incontro", dall'album "Radici" del 1973 (come in un libro scritto male, lui s' era ucciso per Natale, / ma il triste racconto sembrava assorbito dal buio: / povera amica che narravi dieci anni in poche frasi ed io i miei in un solo saluto...)
RispondiEliminaBella! grazie del prezioso suggerimento, ho colto la palla al balzo e ne ho fatto un nuovo post :D
RispondiEliminaFaccio il pignolino, la canzone si chiama "FarewEll"... grazie per averla citata!
RispondiEliminaSistemato, grazie a te per la correzione! :D
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